Patrimonio netto

7.8.           PATRIMONIO NETTO

7.8.1.       Definizione

Il Patrimonio Netto è dato dalla differenza contabile tra attività e passività dello SP. Tale definizione è fornita dall’art.8 del DM del 14 gennaio 2014, n.19.

Così come previsto dall’art. 4, comma 1, lettera h) del suddetto DM, il Patrimonio Netto delle Università è formato da:

  • Fondo di dotazione: che può essere vincolato o non vincolato in base alle disposizioni statutarie;
  • Patrimonio vincolato: composto da fondi, riserve e contributi in conto capitale vincolati per volontà di terzi donatori;
  • Patrimonio non vincolato: composto da riserve derivanti dai risultati dell’esercizio e dei precedenti esercizi, nonché da riserve valutarie.

Il Fondo di dotazione è l’apporto iniziale dei mezzi propri dell’Ateneo, determinato in sede di passaggio dal sistema di contabilità finanziaria al sistema di contabilità economico-patrimoniale     quale differenza tra i valori attribuiti alle attività e valori attribuiti alle passività dell’Ateneo, tenuto conto anche delle eventuali riserve imputate a Patrimonio Netto. In linea generale il Fondo di dotazione non dovrebbe subire modifiche nel corso del tempo.

Il Patrimonio vincolato risulta suddiviso in tre macro-voci:

  1. Fondi vincolati destinati da terzi;
  2. Fondi vincolati per decisione degli organi istituzionali;
  3. Riserve vincolate per progetti specifici, obblighi di legge o altro.

I Fondi vincolati destinati da terzi accolgono le somme ricevute dall’Ateneo a titolo di donazioni, lasciti testamentari o altre liberalità, le quali sono state vincolate nella finalità e/o nell’utilizzo per decisione del donante. Nello stesso Fondo confluiscono le somme derivanti dal passaggio dalla contabilità finanziaria alla contabilità economico-patrimoniale (c.d. riserve ex contabilità finanziaria).

I Fondi vincolati per decisione degli organi istituzionali sono alimentati in sede di destinazione del risultato di esercizio o di altre risorse libere del patrimonio, nonché, in sede di implementazione dello SP Iniziale, di poste rinvenienti dalla contabilità finanziaria e su cui grava un vincolo di destinazione stabilito dagli organi interni.

Le Riserve vincolate per progetti specifici rappresentano i fondi “residuali”, accolgono tutte quelle risorse monetarie che non sono classificabili nelle predette categorie di fondi, ma che presentano la condizione di vincolo.

Il Patrimonio non vincolato è composto dalle riserve derivanti dai risultati gestionali di esercizio e dai contributi in conto capitale liberamente utilizzabili. In particolare, è così suddiviso:

  1. Risultato gestionale esercizio: risultato di periodo al netto di eventuali destinazioni stabilite dal CdA;
  2. Risultati gestionali relativi esercizi precedenti: risultati netti di esercizi pregressi, utilizzati a copertura delle perdite pregresse;
  3. Riserve statutarie: riserve di utili costituite dall’Ateneo in base a specifiche previsioni statutarie.

Le riserve che alimentano il patrimonio non vincolato possono essere:

  • Riserve per contributi liberi per cui non sono ancora state attivate iniziative specifiche e che non sono ancora state valorizzate in CE;
  • Riserve per somme assegnate da enti finanziatori per specifiche attività non ancora avviate e, quindi, non valorizzate;
  • Riserve derivanti dall’ex avanzo di amministrazione vincolato di contabilità finanziaria, trasferite dal Patrimonio vincolato a quello non vincolato sulla base di una deliberazione degli organi di governance;
  • Riserva da utili su cambi, che diventa libera solo nel momento dell’effettivo conseguimento dell’utile;
  • Riserva per accantonamenti derivanti da obblighi di legge;
  • Riserve di rivalutazione, alimentate solo in caso di rivalutazioni di Immobilizzazioni ammesse da leggi speciali.

7.8.2.      Risultato di esercizio

Come visto in precedenza, se il risultato conseguito al termine dell’esercizio, così come quantificato in sede di approvazione del Bilancio, è positivo, viene accantonato, nell’anno successivo, nella specifica voce denominata “Risultato di esercizio” presente nel patrimonio non vincolato.

In alternativa, su delibera del CdA, può essere vincolato ad uno specifico scopo, quindi accantonato in un’apposita voce di riserva nel patrimonio vincolato o tra le Riserve statutarie. Infine, può essere destinato a copertura di perdita pregresse, già accantonate nella specifica voce denominata “Risultati gestionali relativi ad esercizi precedenti”, o rinviato ad esercizi futuri.

Caso pratico n. 10

Si ipotizzi che l’Ateneo abbia conseguito nell’anno 20XX un risultato di esercizio positivo pari a € 2.000.000. In tal caso, in seguito all’approvazione del Bilancio ed alla delibera del CdA, nell’anno 20XX+1 sarà effettuata la seguente scrittura contabile:

31.12.20XX – SCRITTURA DI ACCANTONAMENTO DEL RISULTATO DI ESERCIZIO
Risultato dell’esercizio (SP) @ Risultati degli esercizi precedenti (SP) 2.000.000,00

Se, al contrario, il CdA decide di destinare sin da subito l’utile di esercizio per la realizzazione di una specifica attività prevista dal Piano Strategico di Ateneo, nell’anno 20XX+1 sarà effettuata la seguente scrittura contabile:

31.12.20XX+1 – SCRITTURA DI DESTINAZIONE DEL RISULTATO DI ESERCIZIO                                                   AL PIANO STRATEGICO DELL’ATENEO

Risultato dell’esercizio (SP) @ Riserva vincolata di Patrimonio Netto

per realizzazione Piano Strategico (SP)

2.000.000,00

Al contrario, qualora sia rilevata una perdita, la normativa prevede quattro possibilità di copertura della stessa:

  • utilizzo della predetta voce “Risultati gestionali relativi ad esercizi precedenti”, fino a capienza della perdita;
  • utilizzo delle Riserve Statutarie, se non vincolate in base allo Statuto di Ateneo;
  • liberazione di riserve vincolate, qualora risultino nella sostanza libere, o perché sia venuto meno il vincolo o perché non si sia ancora iniziata l’attività che giustificava il vincolo stesso;
  • utilizzo del fondo di dotazione, solo in via residuale.

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