Principi contabili

Il principio di unità

Il singolo ateneo è un’entità unica e unitaria, pertanto deve essere unico il suo bilancio di previsione e il suo bilancio d’esercizio. Tali documenti contabili non possono essere articolati in maniera tale da destinare determinati ricavi alla copertura solo di determinati costi o determinate fonti alla copertura solo di determinati impieghi, salvo diverse disposizioni normative. È l’insieme dei proventi / fonti che finanzia l’ateneo e che sostiene la totalità dei costi / impieghi.

Il principio di chiarezza

Il principio della chiarezza richiede che il bilancio d’esercizio sia comprensibile, analitico e, nello stesso tempo, non fornisca informative eccessive e superflue. La NI deve facilitare la comprensione e l’intelligibilità della schematica simbologia contabile.

Alcuni elementi che caratterizzano la chiarezza del bilancio d’esercizio sono, ad esempio, la distinta indicazione dei singoli componenti del reddito e del patrimonio, classificati in voci omogenee e senza effettuazione di compensazioni; la netta individuazione dei componenti ordinari separatamente da quelli straordinari del reddito d’esercizio; la separata classificazione dei costi e dei proventi della “gestione tipica” dagli altri costi e proventi d’esercizio.

Il principio di attendibilità (rappresentazione veritiera e corretta)

Il principio dell’attendibilità, strettamente connesso con il principio della veridicità, asserisce che tutte le valutazioni esposte in bilancio devono essere sostenute da accurate analisi, nonché da fondate aspettative di acquisizione e di utilizzo delle risorse. Tale principio si estende anche ai documenti descrittivi e accompagnatori.

Al fine di risultare attendibile, un’informazione contabile non deve contenere errori o distorsioni rilevanti, in modo tale che gli utilizzatori possano fare affidamento su di essa. L’oggettività degli andamenti storici e dei parametri di riferimento, ad integrazione di quelli eventualmente previsti per legge, consente di effettuare comparazioni nel tempo e nello spazio. L’attendibilità e l’integrità dei dati a supporto del processo di formazione del Bilancio è assicurata tramite il sistema informativo, nonché attraverso il sistema dei controlli interni e dei flussi autorizzativi.

Il principio della continuazione dell’attività dell’ateneo

Il principio della continuazione dell’attività è sancito dal CC, in cui si prevede che la valutazione delle voci debba essere fatta nella prospettiva della continuazione dell’attività. Tale principio va inteso come ipotesi generale, nel senso di prendere atto che, nella scelta dei metodi di valutazione, si deve formulare un complesso giudizio sulle capacità dell’Ateneo di produrre risultati tali da assicurarne la sopravvivenza duratura.

Il principio di prudenza

Il principio della prudenza si concretizza nella regola secondo la quale i proventi non realizzati non devono essere contabilizzati, mentre tutte le perdite, anche se non definitivamente realizzate, devono essere riflesse in bilancio. È opportuno, quindi, valutare le incertezze e rischi connessi con l’andamento operativo, così da effettuare le opportune operazioni affinché attività e ricavi non siano sovrastimati e costi e passività sottostimate.

L’applicazione del principio della prudenza comporta che gli elementi eterogenei componenti le singole poste o voci delle attività o passività siano valutati individualmente per evitare compensi tra perdite che devono essere riconosciute e profitti che non devono essere riconosciuti in quanto non realizzati.

Il principio di competenza economica

Il principio della contabilizzazione per competenza stabilisce che gli effetti delle operazioni e degli eventi sono rilevati quando essi si verificano e generano costi e benefici per l’Ateneo, indipendentemente dal momento in cui si concretizzano i relativi movimenti finanziari (incassi e pagamenti).

Il risultato dell’esercizio implica quindi un procedimento di identificazione, di misurazione e di correlazione di ricavi e costi relativi ad un esercizio.