Il principio della continuità dei criteri di valutazione / coerenza, costanza
Il principio di continuità di applicazione dei criteri di valutazione nel tempo è uno dei cardini della determinazione del risultato d’esercizio. La continuità di applicazione dei principi contabili è una condizione essenziale per la comparabilità dei bilanci. L’indicazione dei principi contabili adottati, e in particolar modo dei criteri di valutazione e dei loro effetti, è condizione necessaria per la corretta preparazione ed esposizione del bilancio.
La deroga a questo principio contabile è da effettuarsi in casi eccezionali le cui motivazioni devono essere descritte nell’informativa finanziaria, evidenziandone gli effetti.
Il principio della prevalenza della sostanza sulla forma
Il principio di prevalenza della sostanza sulla forma richiede che il bilancio – affinché possa essere utile per i suoi utilizzatori e fornire la rappresentazione veritiera e corretta degli eventi di gestione – permetta di determinare e comprendere gli aspetti sostanziali degli eventi gestionali e non solo i loro aspetti formali. È appunto l’aspetto sostanziale, salvo specifiche disposizioni civilistiche, che deve essere oggetto di contabilizzazione. È essenziale che già nella fase di rilevazione dell’operazione nelle scritture contabili si abbia la conoscenza di tutti gli elementi necessari per determinarne la sostanza economica.
Il principio di universalità
Sono vietate le gestioni fuori bilancio.
Il principio di significatività e rilevanza
Il Bilancio d’esercizio deve esporre le informazioni che hanno un effetto significativo e rilevante sui dati in esso esposti e/o sul processo decisionale dei destinatari.
Le informazioni devono essere in grado di supportare le valutazioni economiche degli utilizzatori aiutandoli ad analizzare gli eventi passati, presenti o futuri, oppure confermando o correggendo valutazioni da essi effettuate precedentemente. Poiché il procedimento di formazione del bilancio implica delle stime o previsioni, la correttezza dei dati non si riferisce meramente all’esattezza aritmetica, ma anche alla correttezza economica e alla ragionevolezza, cioè al risultato attendibile che viene ottenuto dall’applicazione oculata ed onesta dei procedimenti di valutazione adottati nella stesura.
Errori, semplificazioni e arrotondamenti sono tecnicamente inevitabili e trovano il loro limite nel concetto di rilevanza; essi cioè non devono essere di portata tale da avere un effetto rilevante sui dati di bilancio e sul loro significato per i destinatari.
Il principio di neutralità / imparzialità
Il Bilancio deve riportare le informazioni sulla gestione in modo tale da non influenzare il processo decisionale o il giudizio dei soggetti esterni in favore dell’una o dell’altra decisione.
Il Bilancio, essendo destinato a una moltitudine di destinatari, deve fondarsi su principi contabili indipendenti e imparziali, senza servire o favorire gli interessi o le esigenze di particolari gruppi. Oculatezza e giudizio sono alla base dei procedimenti di ragioneria a cui la preparazione del bilancio deve rifarsi e richiedono due requisiti essenziali: la competenza e l’onestà.
Il principio di comparabilità
I dati esposti nel bilancio devono essere comparabili sia nel tempo, sia con i dati di altri Atenei. La comparabilità dipende generalmente dal fatto che fatti economici similari siano contabilizzati in bilancio con gli stessi criteri.
Nello specifico devono sussistere le seguenti condizioni:
- la forma di presentazione è costante, cioè il modo di esposizione delle voci è uguale o almeno comparabile;
- i criteri di valutazione adottati sono mantenuti costanti;
- i mutamenti strutturali e gli eventi di natura straordinaria sono chiaramente evidenziati.
Eventuali cambiamenti devono essere, di conseguenza, giustificati da circostanze eccezionali per frequenza e natura e il loro effetto sul risultato dell’esercizio e sul patrimonio netto deve essere specificamente evidenziato in NI.