7.2 IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI
7.2.1. Definizione
Le Immobilizzazioni materiali sono beni tangibili che partecipano al processo produttivo dell’Ateneo e la cui utilità perdura per più di un esercizio. La condizione di utilità pluriennale non si riferisce alle caratteristiche intrinseche dei beni, bensì alla destinazione che l’Ateneo dà agli stessi.
Il principio contabile di riferimento per le Immobilizzazioni materiali è l’OIC 16.
Gli elementi caratterizzanti le Immobilizzazioni materiali sono:
- l’utilità pluriennale: significa che i beni sono a fecondità ripetuta, ovvero producono benefici per l’Ateneo per più di un esercizio. Tale requisito è elemento essenziale ai fini dell’iscrizione iniziale di un costo tra le Immobilizzazioni materiali e deve essere presente per tutto il periodo di vita utile stimata, ovvero quel periodo in cui il bene potrebbe produrre benefici economici. La persistenza del suddetto requisito viene verificata con cadenza periodica (almeno una volta l’anno in occasione della redazione del Bilancio di esercizio), al fine di giustificare il mantenimento dei costi iscritti nella predetta categoria;
- la modalità di acquisizione: possono essere iscritti tra le Immobilizzazioni materiali i beni acquistati o prodotti internamente dall’Ateneo.
7.2.2. Classificazione
Le Immobilizzazioni materiali sono classificate come di seguito indicato:
- Terreni e fabbricati;
- Impianti e attrezzature;
- Attrezzature scientifiche;
- Patrimonio librario, opere d’arte, d’antiquariato e museali;
- Mobili e arredi;
- Immobilizzazioni in corso e acconti;
- Altre Immobilizzazioni materiali.
Inoltre, sono Immobilizzazioni materiali i beni utilizzati nell’ambito di progetti di ricerca dell’Ateneo finanziati con fonti esterne.
Terreni e fabbricati
Rientrano nella categoria dei terreni le pertinenze fondiarie dei fabbricati civili e industriali, nonché altre superfici, terreni agricoli e aree edificabili. I terreni, per loro natura, non perdono valore nel tempo, pertanto non sono sottoposti al processo di ammortamento. Se necessario, occorre procedere al cd. “scorporo”, ossia all’attribuzione di un valore forfettario ai terreni sottostanti i fabbricati (principi stabiliti dall’art. 36 del D.L. 223/2006, riconosciuti con apposite specifiche da parte dell’OIC).
Tra i fabbricati vengono inclusi i fabbricati utilizzati per le finalità istituzionali dell’Ateneo e quindi per l’attività didattica, attività di ricerca, l’attività sportiva nonché tutte le relative pertinenze e le costruzioni leggere.
Impianti e attrezzature
Rientrano nella suddetta categoria gli impianti, sia generici che specifici, separabili dal fabbricato in cui sono installati.
Gli impianti generici sono caratterizzati dal fatto di non essere legati all’attività tipica dell’Ateneo come, ad esempio, gli impianti collegati ai servizi di riscaldamento e condizionamento, ai servizi di sicurezza ecc.
Gli impianti specifici, al contrario, sono collegati alle tipiche attività svolte dall’Ateneo, con esclusione dei beni qualificabili come attrezzature scientifiche (si veda categoria successiva).
Nella stessa voce degli impianti si devono esporre anche le attrezzature generiche, ovvero l’insieme degli strumenti destinati all’attività didattica e amministrativa dell’Ateneo.
Attrezzature scientifiche
Tra le attrezzature scientifiche rientrano quegli strumenti impiegati in modo specifico nell’attività scientifica e di ricerca, spesso a contenuto altamente tecnologico. Per questa loro caratteristica, la vita utile di tali beni può essere piuttosto breve in considerazione dell’elevato grado di senescenza e obsolescenza.
Patrimonio librario, opere d’arte, d’antiquariato e museali
All’interno di questa categoria vengono classificati i beni mobili di valore culturale, storico, archeologico e artistico, nonché il patrimonio librario e i mobili e arredi di pregio.
Per quanto riguarda il patrimonio librario, occorre in primo luogo distinguere tra le seguenti fattispecie:
- il materiale librario acquistato non per costituire raccolta, ma per essere distribuito quale strumento di lavoro, di formazione o aggiornamento professionale; esso non entra a far parte del patrimonio librario, ma il relativo costo è iscritto a CE nell’esercizio in cui avviene l’acquisto, nella voce “Costi della gestione corrente”, sotto-voce “Acquisto di libri, periodici e material bibliografico”;
- gli acquisti di materiale bibliografico ordinario effettuati dall’Ateneo nel corso dell’esercizio, ovvero libri, riviste, materiale bibliografico anche su formato digitale sono iscritti tra le immobilizzazioni materiali e sottoposti al processo di ammortamento (aliquota del 100%, durata del processo di ammortamento pari a un anno). Per i libri, i periodici e le altre pubblicazioni concernenti ricerche e lavori originali, qualora destinati allo scambio o alla distribuzione gratuita in ambito scientifico o istituzionale, è tenuto un registro con l’annotazione del loro numero e dei destinatari e sono iscritti nell’inventario in cinque esemplari. Di ciascun titolo del materiale bibliografico non possono essere inventariati più di cinque esemplari, a meno che non si tratti di edizioni diverse;
- il patrimonio bibliografico di pregio, comprese le collezioni scientifiche, caratterizzato dal fatto di non perdere valore nel corso del tempo, viene iscritto nelle immobilizzazioni materiali e non assoggettato ad In particolare vengono identificati come patrimonio librario di interesse storico: i manoscritti, gli autografi, i carteggi, i documenti notevoli, gli incunaboli, nonché i libri, le stampe, le incisioni aventi carattere di rarità e pregio. In particolare per i documenti manoscritti e i libri a stampa il carattere di antico si attribuisce ai testi prodotti prima del 1850.
Nella suddetta voce viene esposto, oltre al materiale bibliografico, anche il valore dei beni mobili di pregio o a carattere storico, presenti in Ateneo. In particolare vengono identificati quali beni di interesse storico: a) le cose mobili, collezioni o serie di oggetti che, per autore, tradizione, fama e particolari caratteristiche, rivestono un eccezionale interesse artistico o storico; b) le carte geografiche e gli spartiti musicali aventi carattere di rarità e di pregio artistico o storico; c) le fotografie con relativi negativi e matrici, aventi carattere di rarità e di pregio artistico o storico; d) i beni e gli strumenti di interesse per la storia della scienza e della tecnica aventi più di cinquanta anni; e) le fotografie e gli esemplari delle opere cinematografiche, audiovisive, o sequenze di immagini in movimento o comunque registrate, nonché le documentazioni di manifestazioni sonore o verbali comunque registrate, la cui produzione risalga ad oltre venticinque anni.
Il patrimonio artistico, museale e i beni di antiquariato aventi le caratteristiche sopra indicate non sono assoggettati al processo di ammortamento in quanto si ritiene che non perdano valore in funzione del tempo.
Tali beni non possono essere distrutti, danneggiati o adibiti ad usi non compatibili con il loro carattere storico o artistico o ad usi che possano arrecare pregiudizio alla loro conservazione.
Mobili e arredi
Nella categoria mobili e arredi è esposto il valore dei beni utilizzati sia nell’ambito dei servizi principalmente erogati dall’Ateneo, ovvero quelli di didattica e di ricerca, sia per le attività di supporto amministrativo e tecnico.
Immobilizzazioni in corso e acconti
Tra le Immobilizzazioni in corso sono iscritti i costi sostenuti per acquisire o produrre internamente le Immobilizzazioni materiali non ancora ultimate. Per acconti, invece, si intendono gli eventuali anticipi corrisposti ai fornitori per l’acquisto di Immobilizzazioni materiali.
La peculiarità di questa voce è rappresentata dal fatto che i valori espressi non sono ammortizzabili fin quando non è acquisita la titolarità del bene o non è completato il processo che renda il bene utilizzabile. In fase di predisposizione del primo bilancio d’esercizio successivo alla completa acquisizione della proprietà del bene e/o alla sua entrata in uso, tali valori sono riclassificati alle rispettive voci di competenza delle immobilizzazioni materiali; vi rientrano anche le spese di progettazione, direzione lavori e altre attività tecniche direttamente connesse agli interventi.
Affinché sia corretta la classificazione di tali costi tra le Immobilizzazioni in corso e acconti è necessario che sia i costi di acquisto o produzione, sia gli anticipi versati ai fornitori, siano riferiti a beni materiali che, una volta acquisiti o terminati, abbiamo un’utilità pluriennale.
Altre immobilizzazioni materiali
L’ultima categoria delle Immobilizzazioni materiali è dedicata a quei beni tangibili a utilità pluriennale che non trovano collocazione nelle suddette categorie, a causa della loro differente natura. In tale voce residuale sono esposti, a titolo di esempio, i costi per l’acquisto di automezzi, autovetture, computer, fax, fotocopiatrici. Data l’eterogeneità dei beni iscrivibili in tale categoria, gli stessi potranno avere vite utili stimate fortemente differenziate.